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mercoledì 4 dicembre 2013

... Fiducia ...


Navigando su un blog che adoro, www.somebliss.it, ho trovato questo video che mi ha incantato:
quanto siamo obiettive nel valutarci/criticarci?
Quanto ci penalizziamo svalutandoci sia esteticamente, ma soprattutto come persone?
Riflettendoci, lo facciamo molto più spesso di quanto crediamo....

Dove Real Beauty Sketches 


Si parte fin da piccolissimi a costruire la propria immagine di sé: vedere se stessi come capaci, in grado di fare, creare, agire, capaci anche di sbagliare e di ricominciare, fiduciosi nello sbaglio e nella sua correzione possibile, sempre ... è in fondo una questione di fiducia, in se stessi e negli altri e la fiducia ci fa sentire anche più o meno "belli".
Si dice che addirittura nella pancia della mamma il piccolo che cresce inizi a costruire la propria percezione di sé in base alla sua prima accoglienza nel mondo: un figlio può essere cercato con amore o con ansia, con timore o con fiducia, può essere aspettato o inaspettato e tutte queste emozioni arrivano a lui .... sto arrivando, mi volete o no? Sono abbastanza importante, fantastico, bello?
L'insicurezza e la sfiducia molto spesso ci penalizzano, non ci fanno stare bene con noi stessi e con gli altri ... ma non dipendono solo da noi, sono sentimenti che si costruiscono insieme a chi ci sta intorno e al loro modo di considerarci: arrivano da lontano e non ne siamo consapevoli... lavorarci significa intraprendere lunghi percorsi con se stessi ... ma niente è impossibile!
Cominciamo da qui: questo video è una piccola pillola di saggezza che mostra quanto siamo belli senza neanche saperlo!!!!
Buona visione ...

lunedì 25 novembre 2013

Un pensiero ...

Scarpe rosse contro la Violenza sulle Donne.
Milano, zona Colonne di San Lorenzo, l'installazione dell'artista messicana Elina Chauvet:
scarpe rosse contro la violenza sulle donne

Ci sono articoli, numeri, statistiche che raccontano i fatti: il primo passo per fermare una cosa sbagliata è ammettere che esiste e dedicargli almeno un pensiero.

Qui oggi dedichiamo un pensiero alle troppe donne, grandi e piccole, che ancora non vengono trattate come meritano, nella speranza che tra i mille volti del cambiamento, anche questa realtà sia destinata a scomparire.



sabato 16 novembre 2013

Osservarsi per poter osservare ...


Settimana di incontri e corsi formativi: come educatrici siamo tenute a frequentare un tot di ore di formazione all'anno, a volte anche su temi già conosciuti e trattati, questo perché ESSERE EDUCATRICE (o mamma, papà, animatore, baby sitter ...ognuno ci metta il ruolo che preferisce!) non può essere una mansione lavorativa ...
esso chiama in causa il nostro modo stare nel mondo.
E' un discorso molto complesso che nei percorsi di studi che ci accompagnano a questo lavoro cercano di essere sviscerati sotto molti punti di vista: ogni "azione" educativa mette in campo ciò che io penso di quella cosa lì.
Un esempio banale: decidere come stare a tavola (al nido, a casa, in mensa ...). Io come sto a tavola? Che cosa ritengo giusto rispettare a tavola? A partire dalle mie convinzioni darò delle regole, molto spesso senza che io sia consapevole di questo passaggio. Si fa così e basta.
Come educatrici ci viene chiesto proprio questo lavoro di "consapevolizzazione" dei propri presupposti, di "complessificazione" della realtà, perché se è vero che quasi nulla è ormai o bianco o nero, a maggior ragione quando parliamo di relazioni educative...
Quanto sono coerente con ciò che chiedo agli altri?
Quanto sono credibile nel mio essere punto di riferimento per qualcuno?
Tutte queste questioni, in realtà, riguardano ognuno di noi nel momento in cui viviamo e condividiamo la nostra vita con gli altri.
Farsi queste domande, provare a rispondere e ad OSSERVARSI, prima di guardare gli altri, è un lavoro al tempo stesso affascinante e spiazzante: ci vuole molta forza di volontà e spesso molta fatica per guardarsi con onestà e ci getta addosso un'enorme responsabilità nei confronti di chi vogliamo "educare".
Ma credo che mettersi in gioco in questo senso, almeno per chi lo vuol fare di lavoro, è indispensabile e doveroso.

" Tutto il problema si riduce qui, perché NON SI PUO' DARE CHE QUEL CHE SI HA."

Don Lorenzo Milani

Primi allievi
Don Milani con un gruppo di ragazzi, da http://www.barbiana.it/

martedì 12 novembre 2013

Profumi magici

In questi giorni d'autunno un po' piovosi, abbiamo preparato come attività per i bimbi
"la stanza della Natura": vasche di foglie secche dai mille colori raccolte nel Parco che ci ospita, castagne e rametti ovunque.
Nessun gioco. I piccoli maestri sanno bene cosa fare di tutta questa ricchezza ...


Al profumo naturale delle foglie abbiamo aggiunto qualche goccia di Olio essenziale all'Arancio, vaporizzato con quei diffusori "alla vecchia" che funzionano con il lumino acceso. La stanza si è riempita di un aroma leggero, ma deciso, che ha reso l'ambiente ancora più sorprendente, arrivando dal fuori. E la magia è avvenuta: i bimbi sono arrivati davanti alla porta ancora chiusa urlando, saltellando, chiamando, ma non appena ho aperto la porta è calato il silenzio e l'esplorazione è andata da sé ...
... complice anche il profumo d'arancio?
Se quel profumo ha calmato me, perché non anche i bimbi?
E così tornata a casa sono andata a cercare le proprietà di questo olio e mi si è aperto un mondo: il mondo degli Oli essenziali.


Sapevo cosa fossero e che vengono utilizzati in molti modi, ma, forse complice la mia esperienza del mattino, mi ha sorpreso leggerne le proprietà, le mille possibilità di utilizzo, la storia di questi rimedi antichi che, se anche non guarissero dalle malattie (anche se qualcuno sostiene di sì!), sicuramente fanno bene a corpo, mente e anima.
Oggi la Natura ci ha donato tutto: i materiali, i profumi, gli stimoli.
A noi educatrici il solo compito di accorgerci e predisporre l'ambiente ai bimbi, che da soli fanno il resto ...

venerdì 8 novembre 2013

IL (mio) Lavoro più bello del mondo

Faccio il lavoro più bello del mondo: passo le mie giornate con i bambini.
O almeno posso dire che PER ME è il lavoro più bello che potessi riuscire a fare ...
Bambini in età nido e progetti vari con bebè e scuola materna: 0-6 anni, una fascia di età in cui il cambiamento costante è la quotidianità.


Con loro ho riscoperto come dar libero sfogo alla creatività, alla bellezza del fare con le proprie mani, al piacere di sporcarsi un po', di sentire con i sensi ...
I bambini fanno questo e altri miracoli: forse è per questo che molte donne (e anche qualche papà!) con la maternità diventano vere e proprie artiste del creare, ri-creare, fare con le proprie mani ... i bimbi ci permettono di fermarci un attimo ad osservare una parte di noi che i percorsi di vita tendono a mettere da parte: se pensiamo al percorso scolastico classico, la creatività è valorizzata e "coltivata" fino ai sei/sette anni, poi piano piano viene relegata alle due ore di immagine che si tramutano poi in quella "Storia dell'arte" che difficilmente riesce ad appassionare i ragazzi ...
I bambini usano i 5 sensi sempre e in modo completo.
... e noi adulti quanti ne usiamo?
... e come li usiamo? A me sembra che nella maggior parte dei casi utilizziamo i nostri sensi per necessità.
i bimbi li utilizzano per il piacere della SCOPERTA e della CURIOSITA'.




venerdì 1 novembre 2013

Prendersi cura

Ognuno di noi è il risultato dell'intreccio più fitto possibile di RELAZIONI: capire se stessi e provare a capire gli altri è un gioco di veli, nodi, strati da coprire e scoprire e forse proprio per questo è e rimane la cosa più complicata del mondo. Non esiste tecnologia in grado di "tradurre" la reazione di un'amica a quella mia frase, non esiste ricetta che prescriva come educare un bambino: se qualcuno l'avesse trovata sarebbe sicuramente milionario per le copie di libri vendute e noi saremmo un popolo di automi educati secondo ricetta.
Creatività, storie di vita, immaginazione, libertà ... tutto questo ci rende unici e imprevedibili, ma allo stesso tempo esistono dei saperi, delle pratiche, delle tradizioni, che hanno fatto luce su alcuni pezzetti del puzzle e che possono aiutarci: intraprendere il percorso da "educatrice" ha significato per me iniziare a scavare nel profondo di tutto questo.
In inglese le educatrici sono anche chiamate "care-givers", "coloro che si prendono cura ...", decisamente più bello e realistico del nostro termine italiano e soprattutto mi piace perché rimanda a ciò che, secondo me, chiunque lavori con le persone dovrebbe cercare di fare:

aver cura di sé per prendersi cura degli altri.